Sono intervenuto alla manifestazione autonomista “Per la Sicilia” svoltasi il 26 marzo a Palermo
nella Sala Rossa del Palazzo dei Normanni, e da subito ho sottolineato che, alla vigilia delle elezioni europee e del
semestre di presidenza italiana dell’Unione ci si accorge, tardivamente invero,
che non aver compreso la pervasività della dimensione europea e non aver compreso
che l’Italia, così com’è, non è all’altezza di questa dimensione europea è
stato un tragico errore.
E’ giunto il
momento dunque di ripensare questa duplice dimensione di
inadeguatezza e rifondare in senso autenticamente europeista e autonomista la politica
e la società in Europa.
L’affermazione
della scelta autonomista appare urgente nell’attuale difficile momento che il
cammino dell’unificazione europea sta attraversando e che induce a più di
una riflessione tutti coloro che abbiano a cuore le sorti del nostro
continente.
Occorre così operare
al di là degli schieramenti per costruire un’Europa autenticamente federale e
solidale. Un’Europa all’interno della quale trovino, innanzi tutto, adeguato
riconoscimento tutte le componenti culturali che hanno nei secoli concorso alla
sua edificazione.
Non ci sta bene
dunque un assetto che pretenda di guardare al futuro negando il passato.
Né riteniamo sufficiente lo spazio concesso alle realtà regionali
all’interno dell’Europa così com’è.
Serve invece puntare a una decisa valorizzazione delle dimensioni
territoriali. Anche all’interno degli Stati, la cui sovranità non può
rappresentare uno schermo al riparo del quale edificare nuove strategie
centraliste.
L’Unione europea
dispone già, a partire da una corretta interpretazione del principio di
sussidiarietà, degli strumenti per una autentica regionalizzazione,
promuovendo lo sviluppo delle aree bisognose di rinnovate strategie di coesione,
ma deve essere indotta dalla pubblica opinione più avvertita a spingersi oltre
in queste sue strategie, riconoscendo alla realtà regionali adeguato spazio e
momento.
Bisogna dunque avviare un serrato confronto con le
istituzioni comunitarie, consapevoli della alterità dialettica delle posizioni
e degli interessi, perché affermare il valore dell’autonomia
significa scegliere una consapevole assunzione di responsabilità dal basso,
attraverso l’impegno di forze regionali che sappiano fare del loro radicamento
territoriale il punto di forza di una nuova concezione della
rappresentanza, coniugando la partecipazione diretta con la visione
globale dei problemi.
Nessun commento:
Posta un commento