mercoledì 12 luglio 2017

Per una macroregione del Mediterraneo occidentale





<DocRef>Da tempo e da più parti si auspica l’istituzione di una macroregione del Mediterraneo.

Ma cos’è una “macroregione”? Non ne esiste una definizione ufficiale, ma si può dire che esiste una “macroregione” quando enti diversi per competenze e natura giuridico-istituzionale, ma appartenenti ad una medesima area geografica avviano strategie di sistematica cooperazione per la soluzione di problematiche di interesse comune, nella logica della creazione di un sistema di “Multi-level Governance”.

Il primo esperimento è stato probabilmente quello della Macroregione del Mar Baltico avviato nel 2009 per offrire un quadro strategico comune a numerose esperienze di cooperazione territoriale presenti nell’area. Un altro esempio di cooperazione strategica assai avanzata riguarda l’area del Danubio e un altro ancora l’area Adriatico-Ionica.  </DocRef>

Ci troviamo chiaramente nell’ambito della cooperazione territoriale e dunque la nostra mente corre quasi inevitabilmente a due realtà che con la cooperazione territoriale d’area hanno molto a che vedere: le Euregioni e i GECT.

Le Euregioni sono assai risalenti e insistono nel settore della cooperazione transfrontaliera. Basta pensare ad una delle più risalenti, la Regio Basiliensis, attiva dagli anni sessanta del secolo scorso sui confini tra Germania, Svizzera e Francia, per ravvisarne le caratteristiche salienti: si tratta di realtà semi-istituzionalizzate basate su un tessuto di rapporti umani e sociali nelle zone attorno alle frontiere.

Più complesso è il discorso che deve farsi a proposito dei GECT. Il GECT ha lo scopo di agevolare e di promuovere la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale tra i suoi membri attraverso la costituzione di una realtà istituzionale affatto tipica. Esso è composto da Stati membri, autorità regionali, autorità locali o organismi di diritto pubblico. 
Le competenze del GECT sono stabilite tramite una convenzione di cooperazione, elaborata e approvata dai suoi membri, e dallo Statuto del GECT.
La base giuridica di tale ancora nuova figura del panorama europeo si ritrova nell’art.159 del Trattato di Roma per il quale, accanto ai Fondi Strutturali, possono disporsi azioni specifiche per realizzare il perseguimento della coesione economica e sociale prevista dal Trattato stesso e, in particolare, strumenti di cooperazione a livello territoriale che permettano agli Stati membri e alle loro articolazioni (regioni ed enti locali) di meglio coordinare gli interventi sinergici pur in contesti di legislazioni e procedure nazionali differenti.

Come si vede da questi brevissimi schizzi, Euregioni e GECT sono realtà dalla fisionomia varia, ma definita e possono rappresentare elementi utili nella costruzione di una strategia macroregionale, senza esaurirla o assorbirla in sé e senza venirne necessariamente fagocitati.


</Depute> Nell’area mediterranea esiste un  GECT, il GECT Euromediterraneo ARCHIMED con sede a Taormina,  istituito nel 2010.  Esso si sviluppa sulla base di esperienze di cooperazione da tempo conosciute ed incentivate anche dalle opportunità fornite dai programmi di iniziativa comunitaria Interreg. Anche in quest’ambito, dunque, il GECT nasce dall’esigenza di dare maggiore stabilità, autonomia e visibilità politica a forme di cooperazione territoriale transnazionale preesistenti, delle quali costituisce una nuova fase evolutiva. La cooperazione tra le regioni e le autorità locali interessate da questo GECT, infatti, si è sviluppata dalla concreta esigenza di utilizzare gli strumenti che la Comunità ha in passato messo a disposizione per incentivare e sostenere la cooperazione territoriale.

La proposta di istituire il GECT “ARCHIMED” si fonda sulla dichiarazione comune dei Presidenti delle Isole del Mediterraneo, firmata a Taormina il 21 ottobre 2004, che auspicava la creazione di un’Euroregione delle Isole del Mediterraneo. Ne avrebbero fatto parte tutte le Regioni Mediterranee Insulari: le sei Regioni già appartenenti alla rete “Eurimed – Isole del Mediterraneo” (Sardegna, Sicilia, Isole Baleari, Creta, Corsica, Isola di Gozo), più una rappresentanza regionale dell’Isola di Cipro (Agence de Larnaca ).
Il Gruppo europeo di cooperazione rende più efficace la collaborazione sui temi di interesse comune: dalla gestione sostenibile delle risorse naturali allo sviluppo rurale, dalla pesca ai trasporti, dalla cultura al turismo, fino alla ricerca e all'innovazione.
L’intento delle regioni partecipanti è quello di realizzare, attraverso il nuovo GECT innovativi metodi di concertazione per l'attivazione di progetti finanziati dall'UE, nonché di condividere benefici già acquisiti da alcuni dei potenziali membri.

 La costituzione di un GECT tra le regioni del Sud Europa appare una iniziativa importante, anche in considerazione del contesto euromediterraneo nel quale viene a porsi e rispetto al quale ci interroghiamo. Ed infatti si assiste attualmente ad una fase di crisi del partenariato in questa area così vitale ed importante per il futuro dell’Europa e delle relazioni tra l’Unione e la sponda nord – africana e si attende, quindi, con interesse un’azione che   possa rilanciare ed incentivare la cooperazione.

Le regioni mediterranee possono, in questi termini, dar vita ad un’esperienza di cooperazione che porti ad una nuova soggettività delle aree del sud Europa, dotandole di strumenti idonei a capitalizzare il passato di cooperazione che ha arricchito l’area del Mediterraneo e stimolando un nuovo ed inedito protagonismo politico che consentirebbe, peraltro, di rilanciare il partenariato euro – mediterraneo oggi in crisi anche per la mancanza di una iniziativa politica forte. A tutto ciò potrebbe e dovrebbe servire una Macroregione del Mediterraneo.

 Ma come strutturarla? Si pensi infatti che a fronte di un medesimo ambiente naturale, e una medesima realtà storica e culturale, l’area del Mediterraneo si presenta particolarmente estesa, tale da permettere di ipotizzare forse più strategie macroregionali. Accanto a quella adriatico-ionica già esistente, se ne potrebbero ipotizzare almeno altre due: una occidentale e una orientale, magari fra loro collegate in una “macro-macroregione mediterranea”.

Non pochi sono i problemi che questa macroregione o queste macroregioni sarebbero chiamate ad affrontare: prima fra tutte l’emergenza migratoria, che soffre con tutta evidenza della carenza di una governance stabile e coerente.

A ciò si aggiunga che il Mediterraneo rappresenta il principale "orizzonte di prossimità" dell'Europa, e dunque una strategia di sviluppo che ruoti intorno al Mediterraneo può costituire una grossa opportunità per tutta l'economia europea.

E’ urgente dunque che le regioni e gli Stati europei del Mediterraneo avviino un processo rafforzato di cooperazione per sopperire alle tante carenze di governance prodottesi in seguito alle crisi del partenariato euro-mediterraneo e della stessa Unione per il Mediterraneo. La macroregione può costituire uno strumento adeguato, duttile, flessibile, concreto.