Da tempo e da più parti si auspica
l’istituzione di una macroregione del Mediterraneo.
Ma
cos’è una “macroregione”? Non ne esiste una definizione ufficiale, ma si può
dire che esiste una “macroregione” quando enti diversi per competenze e natura
giuridico-istituzionale, ma appartenenti ad una medesima area geografica
avviano strategie di sistematica cooperazione per la soluzione di problematiche
di interesse comune, nella logica della creazione di un sistema di “Multi-level
Governance”.
Il
primo esperimento è stato probabilmente quello della Macroregione del Mar Baltico
avviato nel 2009 per offrire un quadro strategico comune a numerose esperienze
di cooperazione territoriale presenti nell’area. Un altro esempio di
cooperazione strategica assai avanzata riguarda l’area del Danubio e un altro
ancora l’area Adriatico-Ionica.
Ci
troviamo chiaramente nell’ambito della cooperazione territoriale e dunque la nostra
mente corre quasi inevitabilmente a due realtà che con la cooperazione
territoriale d’area hanno molto a che vedere: le Euregioni e i GECT.
Le
Euregioni sono assai risalenti e insistono nel settore della cooperazione
transfrontaliera. Basta pensare ad una delle più risalenti, la Regio Basiliensis,
attiva dagli anni sessanta del secolo scorso sui confini tra Germania, Svizzera
e Francia, per ravvisarne le caratteristiche salienti: si tratta di realtà semi-istituzionalizzate
basate su un tessuto di rapporti umani e sociali nelle zone attorno alle
frontiere.
Più
complesso è il discorso che deve farsi a proposito dei GECT. Il GECT ha lo scopo
di agevolare e di promuovere la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e
interregionale tra i suoi membri attraverso la costituzione di una realtà
istituzionale affatto tipica. Esso è composto da Stati membri, autorità
regionali, autorità locali o organismi di diritto pubblico.
Le
competenze del GECT sono stabilite tramite una convenzione di cooperazione,
elaborata e approvata dai suoi membri, e dallo Statuto del GECT.
La
base giuridica di tale ancora nuova figura del panorama europeo si ritrova
nell’art.159 del Trattato di Roma per il quale, accanto ai Fondi Strutturali,
possono disporsi azioni specifiche per realizzare il perseguimento della
coesione economica e sociale prevista dal Trattato stesso e, in particolare,
strumenti di cooperazione a livello territoriale che permettano agli Stati
membri e alle loro articolazioni (regioni ed enti locali) di meglio coordinare
gli interventi sinergici pur in contesti di legislazioni e procedure nazionali
differenti.
Come
si vede da questi brevissimi schizzi, Euregioni e GECT sono realtà dalla fisionomia
varia, ma definita e possono rappresentare elementi utili nella costruzione di
una strategia macroregionale, senza esaurirla o assorbirla in sé e senza
venirne necessariamente fagocitati.
Nell’area mediterranea esiste un GECT,
il GECT Euromediterraneo ARCHIMED con sede a Taormina, istituito nel 2010. Esso si sviluppa sulla base di
esperienze di cooperazione da tempo conosciute ed incentivate anche dalle
opportunità fornite dai programmi di iniziativa comunitaria Interreg. Anche in
quest’ambito, dunque, il GECT nasce dall’esigenza di dare maggiore stabilità,
autonomia e visibilità politica a forme di cooperazione territoriale
transnazionale preesistenti, delle quali costituisce una nuova fase evolutiva.
La cooperazione tra le regioni e le autorità locali interessate da questo GECT,
infatti, si è sviluppata dalla concreta esigenza di utilizzare gli strumenti
che la Comunità ha in passato messo a disposizione per incentivare e sostenere
la cooperazione territoriale.
La proposta di
istituire il GECT “ARCHIMED” si fonda sulla dichiarazione comune dei Presidenti
delle Isole del Mediterraneo, firmata a Taormina il 21 ottobre 2004, che
auspicava la creazione di un’Euroregione delle Isole del Mediterraneo. Ne avrebbero
fatto parte tutte le Regioni Mediterranee Insulari: le sei Regioni già
appartenenti alla rete “Eurimed – Isole del Mediterraneo” (Sardegna, Sicilia,
Isole Baleari, Creta, Corsica, Isola di Gozo), più una rappresentanza regionale
dell’Isola di Cipro (Agence de Larnaca ).
Il Gruppo
europeo di cooperazione rende più efficace la collaborazione sui temi di interesse
comune: dalla gestione sostenibile delle risorse naturali allo sviluppo rurale,
dalla pesca ai trasporti, dalla cultura al turismo, fino alla ricerca e
all'innovazione.
L’intento delle
regioni partecipanti è quello di realizzare, attraverso il nuovo GECT
innovativi metodi di concertazione per l'attivazione di progetti finanziati
dall'UE, nonché di condividere benefici già acquisiti da alcuni dei potenziali
membri.
La costituzione di un GECT tra le regioni del
Sud Europa appare una iniziativa importante, anche in considerazione del
contesto euromediterraneo nel quale viene a porsi e rispetto al quale ci interroghiamo.
Ed infatti si assiste attualmente ad una fase di crisi del partenariato in
questa area così vitale ed importante per il futuro dell’Europa e delle
relazioni tra l’Unione e la sponda nord – africana e si attende, quindi, con
interesse un’azione che possa
rilanciare ed incentivare la cooperazione.
Le regioni
mediterranee possono, in questi termini, dar vita ad un’esperienza di cooperazione
che porti ad una nuova soggettività delle aree del sud Europa, dotandole di
strumenti idonei a capitalizzare il passato di cooperazione che ha arricchito
l’area del Mediterraneo e stimolando un nuovo ed inedito protagonismo politico
che consentirebbe, peraltro, di rilanciare il partenariato euro – mediterraneo
oggi in crisi anche per la mancanza di una iniziativa politica forte. A tutto ciò
potrebbe e dovrebbe servire una Macroregione del Mediterraneo.
Ma come strutturarla? Si pensi infatti che a
fronte di un medesimo ambiente naturale, e una medesima realtà storica e
culturale, l’area del Mediterraneo si presenta particolarmente estesa, tale da
permettere di ipotizzare forse più strategie macroregionali. Accanto a quella
adriatico-ionica già esistente, se ne potrebbero ipotizzare almeno altre due:
una occidentale e una orientale, magari fra loro collegate in una
“macro-macroregione mediterranea”.
Non pochi sono i
problemi che questa macroregione o queste macroregioni sarebbero chiamate ad
affrontare: prima fra tutte l’emergenza migratoria, che soffre con tutta
evidenza della carenza di una governance stabile e coerente.
A ciò si aggiunga
che il Mediterraneo rappresenta il principale "orizzonte di prossimità"
dell'Europa, e dunque una strategia di sviluppo che ruoti intorno al Mediterraneo
può costituire una grossa opportunità per tutta l'economia europea.
E’ urgente
dunque che le regioni e gli Stati europei del Mediterraneo avviino un processo
rafforzato di cooperazione per sopperire alle tante carenze di governance prodottesi
in seguito alle crisi del partenariato euro-mediterraneo e della stessa Unione
per il Mediterraneo. La macroregione può costituire uno strumento adeguato,
duttile, flessibile, concreto.
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