giovedì 3 gennaio 2013

Mancano i diritti nell'Agenda Monti


di Rosario Sapienza


La stampa italiana registra in questi giorni  non pochi commenti critici al documento noto come “Agenda Monti” diffuso dal premier uscente professor Mario Monti e presentato come  il programma della sua ... “salita in politica”.  Tra le varie critiche, trovo particolarmente importanti quelle avanzate da Stefano Rodotà su la Repubblica e da Vladimiro Zagrebelsky su La Stampa di oggi. Con vari argomenti, i due commentatori lamentano il fatto che nell'attuale  dibattito culturale italiano e in particolare nell’Agenda Monti, la questione dei diritti e delle libertà sia quasi del tutto assente. Entrambi ritengono che queste tematiche siano però adeguatamente sviluppate in Europa e che il problema sarebbe insomma tutto italiano.

Ora, è condivisibile l’affermazione secondo la quale la sensibilità per la tematica dei diritti è molto maggiore nei Paesi europei diversi dall’Italia, mentre è più difficile accettare la tesi della protezione dei diritti quale caratteristica del modello europeo di governance che dunque l’Agenda Monti avrebbe così tradito. E’ vero che l’Unione europea è stata insignita del premio Nobel per la pace, tra l’altro, per la propria azione a favore dei diritti umani, ma abbiamo avuto modo di segnalare quanti dubbi e perplessità abbia suscitato questo riconoscimento.

Al contrario, bisogna ricordare come diverse Corti costituzionali di Stati europei, e tra queste soprattutto quella tedesca e quella italiana, abbiano affermato che i livelli di garanzia dei diritti umani nel modello di governance  della Comunità europea, prima,  e dell’Unione, poi, lascino a desiderare. Basta qui rievocare la risalente giurisprudenza Solange della Corte tedesca e la teoria dei controlimiti della nostra Corte costituzionale. Tanto che, sia pure tra non poche difficoltà, l’Unione sta negoziando la propria adesione alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Insomma, nell’Agenda Monti non si parla né di diritti né di libertà, perché nel modello dell’Unione europea di essi ci si cura in verità poco e solo in quanto siano funzionali all’instaurazione e al buon funzionamento del Mercato Unico. E l’Agenda Monti, per ammissione del suo stesso autore, è un elenco di cose da farsi perché l’Italia possa degnamente continuare a sedere tra i membri dell’Unione. Una Unione nella quale evidentemente la tutela dei diritti e delle libertà non è la prima preoccupazione.

   

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