di Rosario Sapienza
E’ in libreria in Italia per i tipi di Laterza, "Questa Europa è in crisi", una parziale traduzione dal
tedesco dell’ultimo volume di Jürgen Habermas, Zur Verfassung Europas. Ein
Essay, uscito l’anno scorso in Germania.
L’edizione italiana comprende dunque due saggi (è stata espunta una parte che riguardava più direttamente questioni di interesse interno tedesco), uno
dedicato alla ricostruzione della storia del concetto di dignità umana (pp. 3-31) e l’altro (pp. 33-98) alla possibilità di una Europa costituzionale
che evolva verso un obiettivo dichiaratamente federale
Nel riproporre le sue note posizioni sulla possibilità e
desiderabilità di una Costituzione europea (magari aggiornate al Lissabon
Urteil della Corte federale tedesca, i cui riflessi si colgono nel ruolo che il
filosofo riserva agli Stati nazionali di garanti della giustizia e della
libertà), Habermas si riconferma il più coerente erede di una
tradizione kantiana e di quanto essa debba all’illuminismo tedesco.
Il chiaro autore infatti vede e disegna un quadro nel quale
esistono solo l’individuo, gli Stati nazionali e le istituzioni dell’Unione (a
parte il cenno a p. 76 a un “legame politicamente
rilevante con la regione d’origine”, peraltro oggetto di un fugace
riferimento). Sembra dimenticare invece che la storia dell’Europa è stata fatta
dalle sue comunità vitali, dalle regioni e dalle corporazioni, dai territori
per i quali egli non ha attenzione, costruendo un progetto istituzionale
appunto “illuministico”, scollegato dalla
realtà vitale dell’Europa.
E’ ben comprensibile, storicamente, che il progetto di una
liberazione dell’uomo dalle pastoie della società feudale abbia portato a
considerare funzionale l’abbandono della dimensione territoriale, o meglio a
sostituire ai legami vitali con il territorio un nesso formale con una entità
astratta come lo Stato (cittadinanza) o ultrastatuale come la natura umana
(diritti umani), ma gli esiti attuali di questo processo (del quale non
condividiamo la ottimistica valutazione di Habermas) rendono necessaria una
ripartenza proprio dai territori. Solo una Europa delle regioni potrà offrire
una garanzia autentica dei diritti umani.
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